BIOEDILIZIA – Il legno: applicazioni, potenzialità e criticità
Vito De Stefano, PM di D&D ci racconta perché in Italia questa soluzione fatica a prendere il sopravvento sulle altre tecnologie
Perché oggi si parla molto di legno?
Il legno è considerato oggi tra i materiali bio-based ed ecosostenibili nel mondo edilizio.
La sua ridotta impronta di carbonio e il basso consumo di risorse nel suo processo di lavorazione, lo eleggono tra i materiali più sostenibili dell’architettura contemporanea.
Quando il suo utilizzo si lega a sistemi di prefabbricazione e a una corretta gestione della filiera, il vantaggio ecologico che deriva dal suo impiego diventa ancora maggiore.
La progettazione strutturale o prefabbricata in legno, in realtà, non è affatto una novità dei nostri tempi, anche se ultimamente se ne parla più spesso, sulla scia dell’enorme sensibilizzazione che riguarda le tematiche ambientali, anche in correlazione con il tema di un’impronta edilizia sempre più impattante. Si tratta di una soluzione tecnologica già diffusa da diversi anni anche se ha faticato a prendere – almeno nel nostro paese – il sopravvento su altre tecnologie.
Perché in Italia è poco diffuso l’impiego del legno?
Le ragioni che stanno probabilmente alla base di questo freno sono legate principalmente ad alcuni aspetti che ne complicano l’impiego e la scelta, quali ad esempio:
1. Necessità di una maggiore accortezza progettuale, conseguente alla minore flessibilità della prefabbricazione
2. I fattori di resistenza al fuoco
3. Il maggior costo della struttura rispetto alla soluzione in cemento armato
4. Necessità di un maggiore coordinamento impiantistico al fine di ridurre le criticità derivanti da forometrie e tracce impiantistiche
Un edificio in legno non è mai solo una scelta che concerne la tecnologia strutturale, ma presuppone una progettazione a 360° dell’intervento, soprattutto in relazione ai costi secondari che ne derivano.
Intanto, occorre tenere presente che gli elementi in legno prefabbricati si adattano meglio a schemi progettuali e funzionali semplici, lineari e con pochi vincoli spaziali e/o di forma.
La nostra esperienza in questo campo
Nella nostra diretta esperienza progettuale, gli elementi lignei prefabbricati sono stati impiegati con successo in uffici openspace, in interventi complessi quali i sociosanitari assistenziali, alberghi o student housing, ovvero in progetti dove i blocchi funzionali sono risultati facilmente componibili.
I vincoli legati alla necessità di un maggior spessore delle strutture in legno rispetto al cemento armato, per garantire le necessarie resistenze al fuoco (Classe REI), suggeriscono che il legno sia più adatto per interventi di nuova costruzione rispetto ai recuperi edilizi.
In questi ultimi, i numerosi vincoli, anche dimensionali, rendono difficile la rinuncia a centimetri preziosi. Pensiamo, ad esempio, a una palazzina da ristrutturare dove, già in presenza di spazi e altezze ridotte, bisogna fare i conti con altri elementi complessi, come fili fissi di facciate vincolate, o prevedere il passaggio di nuovi cavedi impiantistici.
Inoltre, la necessità di spazio per gli impianti non va sottovalutata: oggi i cavedi e le clearance manutentive sono raddoppiati rispetto al passato, in modo direttamente proporzionale alle maggiori prestazioni termiche ed energetiche dei nuovi edifici.
Il tema del fuoco
Le necessità del legno legate alla resistenza al fuoco complicano ulteriormente il quadro.
Risulta importantissimo lo studio delle stratigrafie orizzontali e verticali, oltre che di tutti i nodi dell’edificio, già dalle primissime fasi preliminari del progetto.
Il legno è chiaramente un materiale infiammabile: per garantirne quindi una certa resistenza al fuoco, sarà quindi necessario sovradimensionare le sezioni strutturali per ogni lato esposto. Questa soluzione come abbiamo già detto non sempre è possibile.
Alternativamente, è possibile prevedere dei rivestimenti ignifughi che certamente occupano meno spazio – ad esempio calcestruzzo o lastre in gesso fibra adeguate – ma anche in questo caso, occorre soppesare sempre costi/benefici in quanto come dicevamo, i costi secondari potrebbero incidere negativamente sul budget dell’intervento.
Il tema dell’acqua
Se il fuoco complica la progettazione delle strutture in legno, l’elemento “acqua” è ancora più pericoloso per la sua incidenza sulla durabilità nel tempo della struttura.
Al contrario del cemento armato, il legno è un materiale vivo quindi soggetto ad una certa variabilità ed alterabilità. Occorre quindi approcciare al progetto impedendo il più possibile l’eventuale contatto o permanenza tra legno, umidità e acqua. In tal senso risulta utile un buon lavoro su:
– stratigrafie controterra
– progettazione adeguata degli scarichi meteorici
– eliminazione di potenziali/possibili ponti termici (per le condense)
– studio sui risvolti delle guaine previste, sia sui nodi di terra che in copertura
Altro elemento da tenere presente nella fase ideativa è la necessità di prevedere adeguati giunti di dilatazione al fine di contrastare l’eventualità di dilatazioni e movimenti della struttura.
Il futuro della bioedilizia
In conclusione, possiamo affermare che il legno, purtroppo, rimane ancora oggi un materiale “per pochi” nel contesto italiano attuale. Speriamo che, come molti altri materiali bio-based, possa ricevere un impulso maggiore, magari attraverso incentivi statali e una significativa trasformazione del mercato. Auspichiamo una svolta che porti a valorizzare maggiormente il calcolo dell’impronta ecologica di un edificio sul pianeta, superando logiche dettate troppo spesso da una scarsa lungimiranza.